Pubblichiamo questo contributo in occasione della conclusione del Pontificato di Sua Santità. Un evento che ha sconvolto un po’ tutti, suscitando pareri controversi. Forse il Signore ci aiuta a vedere la cosa con maggior serenità.
“Il papa ha rinunciato!”. Questa la prima notizia del giorno in tutti i giornali, così è iniziato il giorno per la maggior parte della gente, così alcuni emotivamente hanno perso la fede, mentre altri l’hanno rafforzata. Poche persone capiscono cosa significa rinu8nciare. Io sono cattolico. Uno dei tanti. Uno di quelli che durante la sua infanzia sono cresciuti con la Chiesa. Poi ad un certo punto, lungo la strada, ho abbandonato quanto avevo appreso e anche la mia fede nella Chiesa. Ma la Chiesa non dipende da me per andare avanti e neppure di alcuno (nemmeno dal Papa). Ad un certo punto della mia vita sono ritornato a curare la mia vita spirituale e così semplicemente ho proseguito un cammino nel quale oggi io dico:” Sono cattolico”. Uno dei tanti, sì, ma alla fine cattolico. Ma anche se fossi un dottore in teologia o un analfabeta nelle Sacre Scritture (di questi ce n’è a milioni) quello che tutto il mondo deve sapere è che il Papa è il Papa. Odiato, amato, oggetto di provocazioni e di preghiera, il Papa è il Papa e il Papa muore da Papa. Per questo quando ho appreso la notizia, io, assieme a milioni di esseri umani, ci siamo chiesti “Perché?”. Perché rinuncia signor Ratzinger? Ha avuto paura? Ha sentito il peso dell’età? Ha perso la fede? E oggi credo che ho trovato la risposta: il signor Ratzinger ha rinunciato durante tutta la sua vita. Semplicemente così. Il papa ha rinunciato ad una vita normale. Ha rinunciato ad avere una sposa. Ha rinunciato ai figli. Ha rinunciato ad un salario. Ha rinunciato alla mediocrità. Ha rinunciato a ore di sonno per lo studio. Ha rinunciato a riempire il suo tempo con la musica per dedicarsi alla teologia. Ha rinunciato a piangere fra le braccia dei suoi genitori. Ha rinunciato a fare il pensionato in mezzo ai suoi nipoti nella comodità della sua casa e nel calore del focolare. Rinunciò ai suoi giorni di libertà. Rinunciò a difendersi contro chi lo attaccava. Sì, questo mi lascia convinto che il Papa ha conosciuto la rinuncia in tutta la sua vita. E oggi ce lo dimostra. Un Papa che rinuncia al suo pontificato quando sa che la Chiesa non sta nelle sue mani, ma nelle mani di Qualcun Altro, ci dimostra la sua saggezza. Niente è più grande della Chiesa. Né il Papa, né i suoi sacerdoti, né i laici, né i casi di pedofilia, né i casi di misericordia. Niente è più grande di lei. Ma essere Papa in questo tempo è un atto di eroismo ( di quegli eroismi che ci sono ogni giorno nei nostri paesi e che nessuno nota). Ricordo senza dubbio la storia del primo Papa. Un tale….Pietro. Come è morto? Sì, su una croce, crocifisso come il suo maestro, ma con la testa in giù. Oggi Ratzinger si congeda allo stesso modo. Crocifisso dai mezzi di comunicazione, crocifisso dalla opinione pubblica, crocifisso dai suoi stessi fratelli cattolici. Crocifisso dall’ombra di qualcuno più carismatico. E’ un martire contemporaneo, di quelli che si può inventare storie, che si può calunniare, accusare a volontà, che non rispondono. E quando risponde, l’unica cosa che fa è chiedere perdono. “ Domando perdono per i miei difetti”. Né più né meno. Quanta nobiltà, che classe questo essere umano! Io potrei essere mormone, ateo, omosessuale e abortista, ma vedere una persona della quale si dicono tante cose, che riceve tante critiche e invece risponde così…questo tipo di persona non si vede tanto spesso in questo mondo. Vivo in un mondo dove ci si diletta a criticare il Papa, ma che è un peccato mortale criticare un omosessuale (e essere tacciato come un intollerante, fascista, di destra e nazista). Vivo in un mondo dove l’ipocrisia alimenta le anime di noi tutti. Come possiamo giudicare un uomo di 85 anni che vuole il meglio per l’Istituzione che rappresenta, ma gli ingiungiamo “con quale diritto rinuncia?”. Chiaro, perché nel mondo nessuno rinuncia a niente. Vivo in un mondo dove tutti i signori di 85 anni sono attivi e stanno lavorando (senza percepire stipendio) e aiutano le persone. Sì chiaro! Ma ora so, signor Ratzinger, che vivo in un mondo che sentirà la sua mancanza. In un mondo che non legge i suoi libri, né le sue encicliche, ma che fra 50 anni si ricorderà come, con un semplice gesto di umiltà, un uomo fu Papa e quando vide qualcosa di meglio all’orizzonte, decise di partire per amore alla sua Chiesa. Va a terminare la tua vita, signor Ratzinger, senza pomposi omaggi, senza un corpo esibito in San Pietro e senza migliaia di persone in attesa che la luce della sua stanza sia spenta. Vai a chiudere la tua vita in questo mondo come sei vissuto pur essendo Papa: umilmente.
Benedetto XVI, molte grazie!