PANTALEON, ANTENATO DI TUTTI I PUNTEL

Vi siete mai immaginati come poteva apparire Cleulis nell’anno del Signore 1342?  Scommetto che nessuno di noi avrebbe mai immaginato che la storia del nostro paese potesse andar così indietro nella notte dei tempi. Eppure i documenti, anche se con scarne notizie, dicono il contrario e seppur frammentariamente ci permettono di sapere qualcosa di più sulle nostre radici. Prendiamo dunque le mosse da una piccola citazione che compare appunto a metà Trecento in un documento del patriarca Bertrando, dove descrivendo i confini del famoso lago presente in questa vallata, si nominano una “Costa Clavolina” e una “seconda Ruvina de Cleulis ”. Il ricordo di questo lago è rimasto a lungo nella memoria collettiva, non solo per storici come il Gortani che ne scrissero, ma anche per la toponomastica di alcuni luoghi: la glerie di Aip era anche conosciuta al plurale come “las braidas dal lât” e nella memoria dei più anziani sono ancora presenti numerose pozze paludose (presenti anche in centro a Timau), senza ombra di dubbio residui dell’antico lago ormai scomparso. Tale lago verrà poi fatto oggetto di contesa (nel 1608) tra la comunità e il Gastaldo di Tolmezzo, accusato di aver usurpato i proventi di un bene collettivo, che sembra rendesse moltissimo in termini di prodotto pescato. Qualcuno potrebbe obiettare che nel documento sopra citato compare solamente il nome di una località senza nessuna prova che tale luogo potesse già essere abitato. In realtà la nostra storia è solo all’inizio, perché è qui che inseriamo la prima notizia documentata di un nostro antenato, abitante a Cleulis a metà del ‘300. Immaginiamoci una assolata e ventosa giornata dell’ultimo giorno di settembre dell’anno del Signore 1353, immaginiamo la soddisfazione di un uomo chino davanti ad un notaio che firma l’estinzione di un debito contratto con un suo conterraneo di Siaio. E’ questo il primo scritto che testimonia di un “Petro q. Valentini de Clevullis”. (1) Sembra ininfluente, ma é questa breve annotazione fatta da un notaio di Paluzza che ci dà la certezza che già nella seconda metà del 1200 il nostro paese esisteva nel senso di luogo abitato. Ci siamo, è la nostra storia che inizia.  E in questa ricerca delle nostre radici primigenie, partendo da quest’ultima sintetica menzione, ci permettiamo di introdurre delle ipotesi del tutto nostre che ci portano ancor più indietro nel tempo e quindi a retrodatare ancora la fondazione di una prima comunità sulla nostra “cleva”: ad esempio, dobbiamo a rigor di logica ammettere che il padre di questa persona doveva essere nato qualche annetto prima e che lo stesso Pietro doveva almeno avere una trentina d’anni per contrarre un debito; possiamo così facilmente arrivare ad una data che si aggira intorno alla metà del Duecento. Ma proseguiamo con i documenti. Abbiamo già visto all’inizio come il nome del nostro paese venga ricordato in un documento ufficiale, ma dobbiamo ora passare ad un altro scritto (molto più famoso e menzionato, in quanto riguardante i numerosi diritti e privilegi accordati alla ‘provincia della Cargna’), risalente all’agosto del 1392, opera del patriarca Giovanni di Moravia, che pone Cleulis insieme ad altre quattro ville (Sauris, Sappada, Forni Avoltri e Timau) sotto la diretta giurisdizione di Tolmezzo, per la loro particolare vicinanza ai confini della gastaldia. Questa però è storia generale mentre noi vogliamo tornare alla storia particolare e tentare di ricostruire (almeno per quanto possibile) la storia dei nostri antenati, che è poi la storia diretta di quanti ancora oggi hanno su di sé il segno della loro origine cleuliana: il cognome ‘Puntel’. E già perché da carte successive, risalenti ad un periodo più tardo, si può intuire come questo cognome non venga importato da altre zone ma sia originario del posto. Sembra infatti che esso sia un patronimico, ossia la derivazione dal nome proprio di una persona, che poi diventerà fisso per tutti i suoi diretti discendenti. A questa conclusione si giunge da un documento (riportato originalmente nella foto) (2) datato 1463. Lo scritto riguarda un certo Pantaleone, che in lingua veneziana veniva indicato come Pontello (a quanti fosse sfuggito ricordiamo che dal 1420 tutto il patriarcato era sotto la giurisdizione della Serenissima repubblica e tale rimarrà sino all’avvento delle truppe Napoleoniche agli inizi del ‘800). A sua volta il veneziano Pontello in lingua carnica venne pronunciato come Puntel e tale rimase fino ai nostri giorni. Possiamo dunque affermare senza tema che capostipite di metà dell’attuale popolazione è proprio questo sconosciuto signore di metà ‘400. Non è finita qui, perché grazie ad un testamento ancora più antico (è del 1450), si deduce senza ombra di dubbio affermare che la famiglia del Pantaleone era abitante nella località di Cleulis. Infatti tale carta, compilata in casa del notaio Bruni di Paluzza, riporta il nome e soprattutto (cosa per noi più importante) l’appellativo dato al padre del nostro capostipite: “Pantaleone del fu Leonardo Claulachar”. “Clalach” era probabilmente il nome dato in timavese a Cleulis e di conseguenza “claulachar” era l’aggettivo che ne indicava la sua appartenenza al paese. Addirittura il nome di Leonardo “claulachar” compare in una vertenza per il possesso di un campo a Cercivento nell’anno 1405; qui il nostro è chiamato come testimone (3). I documenti poi con l’andare del tempo aumentano, ma ci pare del tutto inutile proseguire, il nostro scopo è ormai raggiunto. Abbiamo qui stabilito l’antichità del nostro borgo e soprattutto abbiamo tentato di ricostruire per sommi capi da dove derivi il cognome ‘Puntel’ e ciò che colpisce e fa venire i brividi e come certe cose si tramandino nei secoli, come da un semplice nome di una persona vissuta sei secoli fa possa derivare una parte della nostra identità.

Sara Maieron

Documenti consultati:

(1) Documento del notaio  Franciscus de Palutia

(2) Testamenti di pellegrini “romei” del Canal di San Pietro, nell’anno Santo 1450. Archivio di Stato di Udine . Archivio nazionale antico. Notaio Pogli – Rivo

(3) Documento del notaio Pogli (Arch.di Stato-Ud)

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